DOMENICA 7 GENNAIO ORE 16.30
Locandina iniziale: https://www.upsantoscarromero.com/post/evento-un-ora-per-la-pace
Dai discorsi di Martin Luther King
Si, è vero, io stesso sono vittima di sogni svaniti, di speranze rovinate, ma nonostante tutto voglio concludere dicendo che ho ancora dei sogni, perché so che nella vita non bisogna mai cedere.
Se perdete la speranza, perdete anche quella vitalità che rende degna la vita, quel coraggio di essere voi stessi, quella forza che vi fa continuare nonostante tutto.
Ecco perché io ho ancora un sogno…
Ho il sogno che un giorno gli uomini si rizzeranno in piedi e si renderanno conto che sono stati creati per vivere insieme come fratelli...
...Ho ancora il sogno che un giorno la giustizia scorrerà come acqua e la rettitudine come una
corrente poderosa.
Ho ancora il sogno che un giorno la guerra cesserà, che gli uomini muteranno le loro spade in aratri e che le nazioni non insorgeranno più contro le nazioni, e la guerra non sarà neppure oggetto di studio...
...Con questa fede noi saremo capaci di affrettare il giorno in cui vi sarà la pace sulla terra
kufia
Sogno dei gigli bianchi
strade di canto e una casa di luce
Voglio un cuore buono
e non voglio il fucile
Voglio un giorno intero di sole
e non un attimo di una folle vittoria razzista
Voglio un giorno intero di sole
e non strumenti di guerra
Le mie non sono lacrime di paura
sono lacrime per la mia terra
Sono nato per il sole che sorge
non per quello che tramonta.
Da “Il canto dei morti invano” di Primo Levi
Sedete e contrattate a volontà, vecchie volpi argentate. Vi mureremo in un palazzo splendido con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco purché trattiate e contrattiate le vite dei vostri figli e le vostre. Che tutta la sapienza del creato converga a benedire le vostre menti e vi guidi nel labirinto. Ma fuori, al freddo vi aspetteremo noi, l’esercito dei morti invano, noi della Marna e di Montecassino Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima. E saranno con noi I lebbrosi e i tracomatosi, Gli scomparsi di Buenos Aires, I morti di Cambogia e i morituri d’Etiopia, i patteggiati di Praga, gli esangui di Calcutta, gl’innocenti straziati a Bologna. Guai a voi se uscirete discordi: sarete stretti dal nostro abbraccio. Siamo invincibili perché siamo i vinti. Invulnerabili perché già spenti: noi ridiamo dei vostri missili. Sedete e contrattate finché la lingua vi si secchi. Se dureranno il danno e la vergogna vi annegheremo nella nostra putredine.
Il canto della pace di Anna Achmatova
Cullandosi sulle onde dell’etere, passando sopra i monti ed i mari, vai, vola, colomba di pace,
o mia canzone sonora! Racconta a colui che ascolta come è vicina ormai l’era agognata, di cui oggi vive e respira l’uomo della tua patria.
Non sei tu sola, vi saranno molte colombe tue compagne, v’aspetta sulla soglia lontana il cuore di dolci amici.
Vola nel purpureo tramonto, nel soffocante fumo delle officine, nei quartieri dei negri e sulle azzurre acque del Gange.
Uomo del mio tempo di Salvatore Quasimodo
Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, - t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all’altro fratello: “Andiamo ai campi”.
E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Pace di Wislawa Szymborska
Precederà i comunicati la gioiosa sirena dei cuori.
Più veloce della luce la notizia, più veloce della notizia la fede.
Nelle grida, nei discorsi, nei canti parole tutte deludenti, tranne una: finalmente.
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